Presidente Green Palermo Mantia: «Progetto iniziale è svanito, potremmo dover ritirare la squadra»
Al termine del match con Pallacanestro Viola, terminato con la vittoria dei calabresi sui biancoverdi al PalaMangano, il presidente Green Palermo Fabrizio Mantia, affiancato dai dirigenti Roberto e Marcello Mantia, ha rilasciato al sito ufficiale della società palermitana un lungo comunicato, che traccia una linea circa ciò che ha preceduto l’attuale stagione sportiva e il suo svolgimento sin qui.
«Un bilancio che, chiaramente, non ci vede soddisfatti di parecchie cose - ha incalzato il numero uno biancoverde -. La squadra anche oggi ha fatto quello che ha potuto, bravi gli avversari che hanno avuto forse più voglia di vincerla».
«Direi che, dopo una fantastica promozione centrata l’anno scorso, con tanta gente sugli spalti, abbiamo ricominciato con entusiasmo un nuovo progetto, che vedeva insieme a noi alcune figure importantissime della pallacanestro palermitana che, a nostro avviso, avrebbero consentito di portare avanti quel progetto che avevamo sognato durante l’estate».
«Un progetto - prosegue il presidente Mantia - che comprendeva il poter prendere in gestione il PalaMangano, aprendo un dialogo con questa nuova amministrazione comunale che tengo a ringraziare per averci dimostrato vicinanza in questi mesi».
«Poi ad un tratto è semplicemente svanito tutto e non abbiamo mai capito il perché. Il Direttore Sportivo ha deciso di andar via e con esso anche degli sponsor che dovevano arrivare e che, invece, non sono arrivati. Poi è andato via in catena anche il Team Manager. Direi che ci siamo trovati in discreta difficoltà, anche perché io e i miei fratelli ci occupiamo del nostro lavoro e quindi avevamo pensato a delle figure professionali molto importanti, di rilievo, per poter pianificare quello che era un progetto cestistico a lunga durata».
«Il progetto, dunque, è svanito e la squadra purtroppo sul campo sta avendo le sue difficoltà. Dovremmo andare sul mercato - ammette -, ma ahimè manca il main sponsor, nonostante abbia personalmente cercato in lungo e in largo di trovarne uno come hanno tutte le squadre che affrontiamo in questa categoria, una condizione fondamentale per poter affrontare un anno con serenità, cosa che però non è successa».
«In passato abbiamo sopperito, mettendo mani al portafoglio, e fronteggiando le carenze economiche contribuendo con le nostre finanze al bene della squadra, ma quest’anno non intendiamo farlo. Noi abbiamo come sempre onorato gli impegni e lo abbiamo fatto anche fino ad ora, ma stante così le cose se in questa settimana non dovesse arrivare un main sponsor, e non vuole essere una minaccia ma una vera e propria coscienza di come stanno le cose, potremmo vederci obbligati a ritirare la squadra dal campionato di Serie B Nazionale».
«È una decisione ponderata - spiega Fabrizio Mantia -, non è minimamente figlia dell’ultima sconfitta perché queste non sono valutazioni che si prendono a caldo. La decisione sarà quella, casomai, di passare la mano e dare spazio a qualcun altro che a Palermo sarà più bravo di noi».
«Abbiamo visto i tifosi di Reggio Calabria, venuti in massa a sostenere i propri giocatori. Sono stati bravi e alla fine hanno potuto festeggiare una vittoria importante. Io al mio pubblico ho davvero poco da dire, tanta gente ci segue e ci sta vicino, i nostri tifosi organizzati non fanno mai mancare il loro apporto, dico solo senza voler fare polemiche che è tutta gente del nostro mondo, non del mondo della pallacanestro palermitana che, invece, non l’ho mai vista».
«Un’ultima notazione la voglio riservare per il capitano, Giuseppe Lombardo, che a quarant’anni ho visto sbattersi per cercare di vincere la partita. Questo è un atteggiamento che mi piace, indipendente dalle cose che si fanno o se vengono fatte bene o male, è quel tipo di atteggiamento che bisognerebbe avere sempre. Però, sottolineo, ai ragazzi ho poco da rimproverare. Loro fanno quello che possono, poi ci sono dei limiti ed evidentemente in sede di costruzione della squadra forse più di qualcosa non è andata bene - conclude -. Me ne prendo la responsabilità come presidente, ma non l’ho costruita io».